Quest’opera è interamente ispirata alla Sura 109 alKafirùna.Nella parte sinistra del quadro ho dipinto figure umane con le mani protratte, che cercano o invocano il proprio credo: fedi, religioni o credenze differenti tra loro, ma in qualche modo unite dal raggiungimento di una meta comune.Sul lato destro ho scritto in grande il nome di Dio (Allah), posto tra due mani realizzate con la composizione calligrafica della frase: “Dio è il più grande”. Sotto ad essa, è dipinto il profilo dell’Inviato da Dio, che ha trasmesso il Suo messaggio al suo popolo.Nella centro dell’opera sono riportate alcune figure composte in una preghiera rivolta ad Allah, che sembrano scaturire dalla frase Shahada, la professione di fede islamica, sovrapposta alla quale ho trascritto l’intera Sura 109:
“Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. “Dì: O miscredenti! Io non adoro ciò che voi adorate; voi non adorate ciò che io adoro. Io non debbo adorare ciò che voi adorate; voi non dovete adorare ciò che io adoro. A voi la vostra religione, a me la mia religione”.
Questa Sura è chiarissima! Essa infatti è molto esplicita nel dire che non c’è nessuna costrizione o imposizione nelle scelte religiose, non bisogna imporre il nostro credo a nessuno! È davvero necessario leggere questa Sura in questi tempi difficili, una Sura che tutti dovrebbero conoscere per comprendere l’apertura del vero spirito dell’Islam. Chi vuole imporre la propria fede con la forza, lo fa solo perché non ha nel cuore il vero spirito della fede, è solo un fanatico che cerca di imporre le sue scelte per rassicurare se stesso di essere nel giusto. La sua fede non nasce dunque dal cuore, ma da ideologie acquisite e probabilmente in simil modo imposte. La vera fede è una scelta personale dettata dal cuore e quando nasce dal cuore, ci fa agire sempre per il nostro bene e per il bene comune. Possiamo rapportarci e condividere il nostro afflato spirituale con persone di fedi diverse o atee, semplicemente raccontando le nostre esperienze e spiegando il nostro credo, ma senza forzare o cercare di convincere l’altro a “cambiare”. Il nostro intento dovrebbe essere solo quello di condividere esperienze diverse e di portare la conoscenza di ciò che ci fa stare bene, ma sempre nel massimo rispetto dell’altro il quale, a sua volta, potrà ricambiare raccontandoci quello in cui crede o non crede, ma senza voler cambiare la nostra scelta in fatto di religione. Ognuno ha il proprio credo ed è libero di credere in ciò che vuole. Gareggiamo quindi in opere buone! La fede deve aiutarci e stimolarci a diventare persone che operano il bene e ognuno così sarà felice di trovarsi in un mondo di uomini animati da un unico spirito di fratellanza... non abbiamo altri pianeti sui quali scappare… vediamo quindi di vivere serenamente e in pace su questo e apprezzare il dono della vita e tutto il meraviglioso Creato che Dio ci ha donato.Alla base del quadro ho quindi dipinto due rose composte dalla frase della Basmala e delle farfalle composte con alcuni degli splendidi nomi di Allah, per simboleggiare appunto la bellezza del Suo creato, dono che possiamo ammirare ogni giorno della nostra vita e per il quale la nostra riconoscenza deve essere infinita.”
Shamira Minozzi