Maria è una figura molto importante e rispettata nell'Islam, unisce cristiani e musulmani nel riconoscerle la sua purezza e l’aver ricevuto la Misericordia di Dio. Nella sua mano ho posto due rami di ulivo che è una pianta riconosciuta benedetta da entrambe le religioni.I due rami di ulivo qui vogliono anche simboleggiare le due religioni, cristiani e musulmani che debbono seminare la pace e dare frutti tramite le loro opere buone. La misericordia è azione, è agire operando il bene avendo comprensione dell'altro. Questa è la preghiera più efficace.Ho disegnato un rosone, elemento tipico dell’architettura delle chiese e delle vetrate, ma che è anche decorazione diffusa nelle moschee con decorazio- ni calligrafiche, sotto ho trascritto la frase: "Allah è la Luce dei cieli e della Terra", perché tutto proviene da Lui. Poi ho disegnato una colomba che porta un ramo di ulivo ed entra nel cerchio-rosone. La colomba è simbolo di pace in entrambe le religioni. Poi ho disegnato un giglio, simbolo di purezza. Il bocciolo centrale dominante è composto dal nome di Abramo e quelli vicini a esso, dai nomi dei suoi figli: Ismaele e Isacco. I tre gigli sbocciati, rappre- sentano i tre testi sacri: la Toràh, il Vangelo e il Corano. Sono fiori sbocciati dallo stesso stelo, perché tutto ha avuto origine da Abramo e dalla sua discen- denza. Le tre foglie sono composte dal nome di Mosè (a cui fu rivelata la Toràh), dal nome di Gesù (il Vangelo) e dal nome del Profeta Mohammed, al quale fu rivelato il Corano. Questo fiore vuole simboleggiare il fatto che tutte e tre le religioni hanno la stessa origine, nascono dallo stesso "stelo", da un unico seme, quello di Abramo. Intorno al giglio tre colibrì, ognuno dei quali si nutre da un fiore diverso. Essi simboleggiano la gente dei libri rivelati e il fatto che ogni uomo riceve nutrimento dalla Parola rivelata al proprio popolo.La natura è sempre un elemento molto forte nella mia arte, anche perché nel raffigurarla vengo ispirata da questo versetto del Corano:
Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. ”Non hai visto che cantano le lodi a Dio tutti gli esseri che sono nei cieli e sulla Terra, anche gli uccelli in volo? Ognuno ha imparato il proprio modo di adorarLo e di glorificarLo, e Dio conosce bene ciò che fanno. (Sura 24 La Luce-versetto 41)
Papa Francesco ha voluto esaltare la bellezza della natura e celebrarla proprio nel giorno di apertura dell'anno giubilare della Misericordia, proiettando su San Pietro splendide immagini di flora e di fauna, per ricordarne la bellezza e la tenerezza, tema della sua Enciclica "Laudato sì". Per questo motivo ho voluto riportare anche la natura in questa mia opera, con il giglio e gli uccelli, evidenziando che anche nell'Islam è insegnato il massimo rispetto perla natura e vi è l'esortazione ad ammirarne la bellezza. Sotto il giglio ci sono mani che pregano: mani giunte alla maniera dei cristiani e mani aperte alla maniera dei musulmani (in questo caso le mani sono composte dalle parole Allah Akbar). Nella parte superiore del quadro e nella parte inferiore sono trascritti due versetti che parlano di Misericordia. Uno è tratto dal Vangelo ed è scritto in greco, nella sua lingua originale: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia." (Mt.5,7)Sotto, come sigillo, uno splendido versetto del Sacro Corano che ci ricorda la Misericordia di Dio:
Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. "Non ti mandammo se non come misericordia di Dio." (Sura dei Profeti versetto 107)
In questa opera si può notare come la realtà cristiana e quella musulmana stiano vicine in perfetta armonia, senza che una prevalga sull’altra e in pieno rispetto tra loro.Io provengo da una cultura cristiana e avvicinandomi all'Islam ho scoperto la bellezza e la grandiosità del Sacro Corano e il suo straordinario messaggio di pace. Nel mio cuore è nato quindi il desiderio di disegnare qualcosa che unisse in maniera fraterna le due realtà, tenendo conto del massimo rispetto che si deve a entrambe.
Shamira Minozzi